Mai, la Juvi aveva raggiunto i play off della serie A2, categoria dove è approdata solo un anno fa per la prima volta nella sua storia. Ma, come si suol dire, l'appetito vien mangiando e così, alla vigilia della partenza per Udine, coach Bechi non pone limiti a quello che può accadere.
«Sicuramente è un motivo di orgoglio questo traguardo raggiunto per la prima volta nella storia della Juvi» spiega il coach. «I playoff di A2 sono una avventura bellissima da vivere e la squadra è molto contenta di averli raggiunti e di competervi. Anche se sappiamo che ci sono squadre più attrezzate di noi e costruite per obiettivi più ambiziosi.
Nei quarti affrontiamo Udine, che insieme a Trapani e Cantù è, a mio parere, tra le assolute favorite per il salto di categoria. Ha sofferto un po' sul finire della regular season per le assenze dovute ad infortunio, ma da qualche settimana ha aggiunto Jalen Cannon, e ora è davvero al completo. Ora è completamente recuperato e quindi si va ad aggiungere ad una rosa già importante, un giocatore di indiscutibile qualità. Sappiamo che troveremo una squadra concentrata, di grande equilibrio e che ha diverse soluzioni, ma siamo curiosi di vedere anche l'impatto emotivo che avranno questi playoff sulla nostra squadra.
Con un briciolo di incoscienza andiamo dunque a sfidarli consci comunque di chi siamo, di cosa abbiamo fatto e di quello che potremmo ancora dare. Di sicuro, a prescindere da come finirà, sappiamo di non voler essere spettatori, ma protagonisti di questi playoff.
Non partiamo battuti, non vogliamo consegnare facilmente i quarti di finale ad Udine. Daremo battaglia fino alla fine.
Per chi deve vincere i quarti sono uno step insidioso» conferma Luca Bechi. «Perché ci sono stati diversi upset in passato. Ovvero rovesciamenti importanti di pronostico.
Agrigento da ottava sconfisse
Verona e arrivò addirittura in finale, ma non è l'unico caso, solo uno dei più clamorosi.
Abbiamo certamente maggior serenità rispetto a loro perché abbiamo solo la voglia e non la necessità di vincere. Lo stop di queste ultime due settimane dopo la conclusione della fase ad orologio, è stato utile perché avevamo Shahid e Benetti con problemi fisici e altri acciaccati. Così invece abbiamo avuto modo di recuperare per esempio anche meglio Virginio, che era appena arrivato e ha avuto il tempo di inserirsi nelle dinamiche della squadra e del gruppo complementare.
Partiamo per Udine per essere la miglior versione di noi stessi. E come ho detto, nessun risultato è scontato. Me lo ha insegnato questo lavoro e la storia di questo sport».